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altro bacio sulla bocca stavolta tra boss e figlio 15enne, Camorra

Camorra, altro bacio sulla bocca stavolta tra boss e figlio 15enne

Blitz dei militari contro i D’Amico a San Giovanni a Teduccio

Carabinieri e fotografi insultati: donne e bambini del clan
si alzano le gonne e si abbassano i pantaloniNAPOLI

– Ancora unbacio camorrista, sulla bocca. Questa volta tra un boss e il figlio, un ragazzino di neanche quindici anni. Accade a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, alla periferia della città. I carabinieri arrivano davanti casa di Salvatore d’Amico, uno dei capi dell’omonimo clan che oggi è stato decimato da 24 arresti. Lui esce spavaldo. Ad aspettarlo, davanti al portone, con telecamere di videosorveglianza in ogni angolo, c’è suo figlio: capelli rasati, giubbotto, braccia alzate. Il papà quasi lo scuote quando lo vede, poi lo bacia sulla bocca. Un bacio camorrista come quello che, a Napoli, c’era stato proprio pochi giorni fa, davanti alla Questura, quando furono arrestati due latitanti, Danilo d’Agnese e Carmine Amato, reggente del clan Amato-Pagani. A San Giovanni a Teduccio, oggi, anche tanti insulti nei confronti dei fotografi e operatori tv: gestacci, offese. C’era la mamma del boss, anziana, che ha alzato la gonna davanti agli obbiettivi delle macchine fotografiche. E insulti e gestacci anche dai ragazzini, di poco più dieci anni d’età, uno dei quali ha perfino abbassato lo slip. Per lui, il boss, invece applausi mentre andava via e mentre mandava baci, questa volta a tutti.

Il blitz. I carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere arrestando 24 persone appartenenti al clan camorristico D’Amico, operante a San Giovanni a Teduccio, e ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti e violazione alla legge sulle armi.

Nel corso d’indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia sviluppate con attività tradizionali e tecniche e integrate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, i militari dell’Arma hanno identificato capi ed elementi di spicco del clan documentando intese e alleanze con i clan Mazzarella e Formicola durante una lunga fase di lotta armata contro il clan Reale-Rinaldi per conquistare il predominio sugli affari illeciti: estorsioni a tappeto venivano compiute ai danni di commercianti, artigiani e imprenditori con l’imposizione di gadget natalizi (calendari, agendine e altro) pagati a prezzo esorbitante.

Dall’indagine è emerso anche l’attività di traffico e spaccio di cocaina e marijuana con canale di rifornimento dal clan Lo Russo, presente nel quartiere Miano.

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Sono allergico a tutte le forme di parassitismo , detesto tutti i soggetti che chiamo lampadine fulminate o lampe da 5 ,odio i lecca coglioni .

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