Contro la strategia della paura, questo pomeriggio a Partinico sono scesi in piazza Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cna, Legacoop e Secolo Ventuno, ma anche i sindacati, la società civile, la Chiesa, le scuole, amministratori. Tutti dietro il sindaco Salvatore Lo Biundo, che ha guidato il corteo attraverso corso dei Mille, via Francesco Crispi fino a piazza Umberto I, di fronte al municipio, per fare fronte comune contro i clan che proprio qui, alle porte di Palermo, sembrano avere rialzato la testa per spartirsi la torta degli appalti ma soprattutto per accaparrarsi i lavori per la realizzazione del Policentro, una affare da 300 milioni. “Tutta questa violenza sembra avere il solo obiettivo di ristabilire un’autorità unica – spiega il procuratore di Palermo, Francesco Messineo -. A Partinico non esiste una sola associazione antiracket, una denuncia per estorsione. E non c’é stato un solo imprenditore che abbia ammesso di avere pagato il pizzo. L’unico segnale di discontinuità lo ha dato l’amministrazione comunale, costituendosi parte civile nel processo Carthago”.
E’ così che questa “terra di mezzo” diventa spazio vitale per la strategia delle cosche, falcidiate da arresti e pentimenti. Lo Stato non intende però indietreggiare di un solo centimetro. “C’é uno strettissimo rapporto, un grande dialogo tra le forze di polizia – prosegue Messineo -. In questo momento é in corso un serrato lavoro di controllo del territorio che però non tralascia neanche l’aspetto investigativo. Io sono sicuro che a breve scadenza potremo vedere risultati concreti”. Ma niente esercito. “Questa ‘guerra’ si combatte con il controllo del territorio e con attività investigativa – ha detto il prefetto Giuseppe Caruso – Per quanto riguarda il primo aspetto le forze dell’ordine hanno gia” implementato gli uomini in campo e riteniamo sufficienti questi numeri. Parallelamente, c’é una macchina investigativa che va a mille giri e che ha bisogno solo dei tempi tecnici per lo sviluppo finale”.
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